Chiesa di origine molto antica, soggetta, unica nella valle del But, alla Pieve di Santa Maria di Gorto. È passata sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Moggio seguendo le sorti della Pieve di Gorto. Sulla facciata si possono ancora vedere i segni della dipendenza all’Abbazia di Moggio.
Nel testamento di un certo signor Pietro Pintassio del 1358 si legge la richiesta di venire sepolto nel nuovo cimitero vicino alla chiesa di San Martino; è questo il primo documento scritto conosciuto, che parla della presenza di una chiesa tra i due abitati, ma sicuramente già molti anni prima esisteva una comunità cristiana con un edificio sacro.
Nel 1794 il Vescovo di Udine con un decreto diede il titolo di Pieve alla chiesa di Cercivento e di conseguenza anche il prete che vi prestava servizio acquisì il titolo di Pievano.
Nel 1912 con la nascita del Vicariato di Paluzza la chiesa veniva staccata dall’Arcidiaconato di Gorto ed aggregata alla nuova Forania di Paluzza. Meritano una visita le molte opere d’arte e d’artigianato, quadri e pitture di valore conservati nella chiesa.
Il pulpito: opera lignea di grande valore dell’intagliatore cadorino Eugenio Manzoni con l’aiuto di Giovanni Francesco Manzani e indorato da Agnese Girolamo. Nei documenti dell’archivio in data 20 marzo 1726 si legge “A Girolamo Agnese nell’indorare il pulpito...” Raffigura all’esterno del ballatoio i quattro evangelisti con al centro il Cristo; il baldacchino finemente lavorato termina con la statua di San Paolo. E’ stato restaurato nel mese di luglio del 1990.
Il battistero: è di marmo con sopra un ciborio ligneo ben chiuso citato già nei documenti della Visita Pastorale del 1602. La vecchia statua di S.Giovanni che era stata posta sul culmine per disposizione del Patriarca è stata trafugata negli anni ’90; l’attuale è opera recente di un artigiano di Cleulis.
Il crocifisso: si tratta di un’opera lignea di bottega tedesca e proviene dalla Baviera probabile dono di qualche emigrante.
La pila dell’acqua santa: è una pregevole realizzazione del primo settecento in marmo rosso. E’ ornata da motivi floreali ed ha la particolarità, escluso il basamento, di essere stata scolpita da un unico blocco di pietra.
L’organo: porta la data del 1753. Nel 1751 i cramârs di Cercivento, in Baviera per lavoro, hanno pensato di inviare una somma alla chiesa di San Martino per la costruzione di un organo ‘che potesse col suo suono render ancor più solenni le cerimonie religiose.’ Il fabbriciere provvede a tutto e i documenti dicono che il 16 agosto 1751 si sono spesi ‘contadi 25 alli carradori per levar l’organo a Udine comprato per la chiesa.’
Lo strumento viene dato in consegna, per le modifiche e per la definitiva sistemazione, al maestro Angelo Morasso della frazione di Sotto che aveva il suo laboratorio nella Casa del Pitôr. Nel corso degli anni l’organo passa di mano e solamente dopo il terremoto verso il 1980 ritorna nella chiesa ma in condizioni disastrose; con i contributi della Regione, della Comunità Montana, della Soprintendenza, del Comune e della gente il 15 agosto del 1985 torna a suonare, completamente restaurato, nella Pieve di San Martino. L’opera di restauro è stata curata dalla Ditta Gustavo e Francesco Zanin di Camino al Tagliamento.
Il campanile: bella opera iniziata nel 1656 che si presenta in tutta la sua armonia nel contrasto tra il tufo e l'intonaco; l’opera di restauro conclusasi nel 2001 ha messo a nuovo la torre campanaria e così oggi più che mai i Cirubits (così si chiamano gli abitanti di Cercivento), con un certo orgoglio, richiamano alla mente un vecchio blasone che pone in risalto le quattro meraviglie del mondo: ‘Le quattro meraviglie del mondo sono il duomo di Milano, il campanon di Mantova, l’organo di Trento e il campanil di Cercivento.’
(© testo di Celestino Vezzi tratto da 'Il Giûc da Agàne' edito dal Circul Culturâl 'La Dalbide' di Cercivento)